Nel prosieguo della sua storia, per la cooperativa "La Proletaria" ci fu sempre da lottare. Negli anni immediatamente successivi, infatti, sul piano legale seguì una serie infinita di vertenze tra la proprietà dei terreni che voleva riprenderseli e la cooperativa che non voleva lasciarli.
La proprietà riteneva che la cooperativa detenesse il fondo non come una normale affittuaria ma per una preesistente illecita occupazione.
Il 2 maggio 1992 una lettera dell’allora proprietaria intima ai circa 550 soci della Cooperativa che entro la data del 5 maggio 1993, in ottemperanza alla nuova legge del 3 maggio 1982 n. 203 in merito ai contratti di fitto, i fondi di sua proprietà “detenuti e coltivati a qualsiasi titolo da “La Proletaria” società cooperativa s.r.l. dovranno essere improrogabilmente lasciati liberi da persone e cose essendosi definitivamente esaurito ogni rapporto tra la Sig.ra De Luca e la detta Cooperativa”.
Scattava, ovviamente una nuova reazione degli occupanti, che organizzarono qualche dibattito e qualche assemblea interna. Poi decidevano di rivolgersi ai legali ritenendo che le terre furono da loro ritenute non in seguito a un normale accordo di affitto ma in base al decreto legge del 19 ottobre 1944 n. 279, con il conseguente effetto di una delibera della “Commissione Mandamentale delle Terre Incolte e Malcoltivate” istituita presso il Tribunale di Nicastro e, infine, in seguito alla concessione emessa dall’allora Prefetto.
La proprietà, invece, riteneva che la cooperativa, come già detto, detenesse il fondo non come una normale affittuaria ma per una preesistente illecita occupazione. E proprio in questo senso, in tempi recenti, si era orientata una sentenza del Tribunale e dalla Corte di Appello di Catanzaro.
La lunga storia, infine, si è conclusa con la sentenza n. 6891/2008 della Cassazione che, dopo 22 anni, ha posto fine al contenzioso giudiziario tra le due parti, ordinando di fatto alla cooperativa di rilasciare i terreni entro il 10 novembre 2008 , in concomitanza con la fine dell’annata agraria.
L'unico socio, a detta dei proprietari, che ormai traeva qualche povero provento dal terreno della cooperativa, non sufficiente neppure per la sopravvivenza, era Motta Enrico Giovanni.
Resta comunque un’amarezza. Negli ultimi anni, purtroppo, si era registrato un graduale allontanarsi dell'odierna Sinistra nocerese dalle problematiche inerenti alla gloriosa cooperativa, immemore, quasi, di decenni di accese lotte e senza guadagnarsi nemmeno una sconfitta con l'onore delle armi. Varie le sviste e le disattenzioni, molte le mancanze burocratiche.
Con la condanna della cooperativa ‘La Proletaria’ di Nocera e la riconsegna dei terreni all'antica proprietaria famiglia De Luca, si è chiusa definitivamente, a distanza di anni, la fase storica delle lotte per l'occupazione delle terre in Calabria iniziata nel secondo dopoguerra e che aveva scritto pagine importanti e immortali come l'eccidio di Melissa nel Crotonese e lo scontro armato di Coronella nel Lametino.
Meno ingloriosa, invece, la fine della cooperativa falernese “La Popolare”. I suoi soci, infatti, hanno felicemente acquistato i terreni della “Pantanusa” mentre qualcun altro continua a pagare l’affitto.
Ciò, invece, a Nocera non è stato possibile in quanto, a sua richiesta, l’attuale Amministrazione, e ancora prima col P.R.G, ha messo il vincolo di non poter frazionare i terreni.
Si è chiusa una fase storica, dunque, ma se ne riapre un’altra: cosa succederà ora che i terreni sono stati rilasciati alla proprietaria? Le Macchie saranno inondate dal cemento? Non resta che aspettare.
Il 13 maggio del 2015, gli eredi De Luca rientrano in possesso delle "Macchie De Luca".
Tratto da "NOCERA TERINESE Storia e Storie" Vol. 4 - Dal dopoguerra 1915-18 al Duemila di Adriano Macchione (ed. Ma.Per.)