Nei pressi del “Timpone”, nell’odierno Rione Motta, sorge oggi la chiesa più antica del paese, intitolata a S. Maria della Pietà e operante fino al 1975 circa, testimonianza che il luogo fu il primo nucleo abitato dell’odierna Nocera. E' opinione comune che, in antico, essa fosse un tempio dedicato al dio Bacco, poi trasformato in chiesa al momento del passaggio dall'epoca pagana a quella cristiana. Tra gli assertori di questa tesi, ricordiamo Taccone Gallucci (vescovo della Diocesi di Tropea negli anni a cavallo tra il finire del 1800 e gli inizi del 1900) che ne scrisse in “Regesti dei Romani Pontefici per le Chiese di Calabria”, pubblicato in Roma nel 1902.
Nella chiesa, di grande interesse storico, risulta la porta in legno. Su di essa sono oggi visibili in alto due figurazioni di sirena caudata (una per lato) e al centro due angeli (uno per lato). Le due figure in basso sono state, invece, da tempo rubate. Per fortuna, se ne conserva il ricordo grazie a Taccone Gallucci, che ne parla nell’opera citata. Scrisse che nel 1735, quando la chiesa fu restaurata (ed anche ampliata) in seguito al funesto terremoto di quegli anni:
“...esistevano ancora alcuni frammenti di scultura, sopra la porta ed all'altare (formati da tralci di vite con fogli e frutta) di soggetto profano, e, sulla porta lignea, delle sculture col sole e col leone”.
Il simbolo della vite, è risaputo, è di origine dionisiaca e fu innestato poi nell’espressioni cristiane, così come si possono ritrovare nel Vangelo secondo Giovanni e nelle catacombe più antiche.
La presenza della vite, dunque, secondo molti potrebbe riallacciarsi al culto di Dioniso che, proveniente dall’Oriente, giunse nel pantheon di Roma con il nuovo nome di Bacco. Per cui, si potrebbe trattare di un tempio dedicato a Bacco - Dioniso, il dio di Nisa, emigrato dalla Georgia, l’antica Colchide, che come terra del vino, era stata eletta a sua patria. Anche perché, va sottolineato, altre tracce di Dionisio sono presenti sotto varie forme anche nel resto della zona.
Qualche studioso moderno, ha datato la porta in legno della Chiesa con il 1200 (XIII secolo). Qualcun altro con il 1300 (XIV secolo).
Altri storici, parlando della fondazione della chiesa, hanno indicato come data di costruzione il 1400 (XV secolo), probabilmente partendo dalla data riportata sulla campana della chiesa, il 1407. In verità, però, questa è la data dell'apposizione della campana, non per certo della costruzione della chiesa, che probabilmente davvero risale a qualche epoca precedente.

Il XV secolo, invece, è l'epoca di costruzione del bellissimo portale, di lato e distante pochi metri, considerato oggi Monumento Nazionale.
La data del XV secolo inerente alla porta della chiesa può essere nata dall’errore di qualche scrittore che, attingendo da qualche testo che narrava del portale al fianco della chiesa, ha creduto che si parlasse della porta in legno della Chiesa, confondendo il termine porta con portale.
Molto singolare appare la coesistenza sulla porta della chiesa di simboli cristiani come la sirena caudata e gli angeli e di simboli della ritualità pagana, come qualche maschera apotropaica per tenere calmi gli spiriti malvagi o qualche simbolo totemico attinente alla fertilità della terra.
Un tempo era presente anche un simbolo del sole che potrebbe essere anch’esso ritenuto profano.
Queste presenze potrebbero essere giustificate con l’intenzione da parte degli abitanti del luogo di perpetuare, pur ritrovandosi in tempi ormai cristiani, l’antica esistenza di un tempio pagano là dove poi fu costruita una chiesa. Il sole potrebbe rappresentare un dio venerato nei tempi antichi nel luogo, rappresentato per sé stesso o rapportato ad altra divinità oppure potrebbe ricordare l’origine del nome delle Sirene.
Per prima cosa vengono in mente il dio Sole e la Luna che generarono Pandina, figura di grande importanza, come vedremo, nella storia di Terina e quindi anche di Nucria.
C'è da osservare, infine, che il culto del dio Sole era in molti luoghi assimilato al culto della Gran Madre o Cibele. Siccome anche quest’ultima probabilmente fu venerata in Terina e anche in Nucria, è facile supporre che l'effige sul portone del dio Sole potrebbe relazionarsi, se non a Pandina, alla Gran Madre o Cibele.
Sul culto, diffusissimo, che si rendeva a Bacco e su come si svolgevano le feste in suo onore, i cosiddetti “Baccanali”, crediamo non sia il caso di dilungarci, in quanto di esse non resta traccia nel territorio di Nocera, se non nelle residuali forme comuni a tutti gli altri centri. Anche se pare scontato che pure nell'antica città di Nucria (e anche di Terina) si procedeva sia al culto che alle feste.

La campana, fu fusa nei primi anni del XV secolo, così come riporta la scritta incisa su di essa, O.D.D.D.D.VII.T., che significa, appunto, 1407.

Nel 1718 la Chiesa di Santa Maria, del Rione Motta, come si riporta in un inventario, era proprietaria di vari terreni e alcune case, provenienti da legati avuti.
La chiesa possedeva:

  • Un podere alla Foresta, legato dei Palmieri
  • Un podere a Varano appartenuto a Claudio De Luca
  • Un orto ai piedi della “Crapara”
  • Un podere appartenuto ai Geraldi (orto e podere sono ancora chiamati di “Santa Maria”)
  • Una casa nel luogo oggi detto “sotto la Vota di De Luca”, casa poi diventata di proprietà della famiglia Sorco
  • Una casa all’Annunziata già appartenuta ai Palmieri e poi divenuta PalazzoFalascina.
    *
    Nel XIX secolo, poi, le proprietà della chiesa furono confiscate dallo Stato e vendute in asta pubblica.

Nel 1735, mentre Carlo III di Borbone era alla conquista della Sicilia, per opera dei noceresi, fu restaurata e ampliata la Chiesa di Santa Maria della Pietà del Rione Motta.
Così come scrisse mons. Domenico Taccone Gallucci
“in detta epoca esistevano ancora alcuni frammenti di scultura, sopra la porta e all’altare (formati da tralci di vite con foglie e frutta) di soggetto profano, e, sulla porta lignea, delle sculture col sole e col leone”.
Nello stesso 1735, in occasione dei lavori, fu fatto eseguire dal vescovo di Tropea Guglielmi, un inventario degli arredi e degli oggetti sacri. Si riporta che esisteva una Congregazione intitolata alla Pietà. I fratelli portavano una mozzetta color celeste, così come si legge nell’Archivio della Chiesa di San Giovanni Battista.
Non si fa alcun riferimento, però, a statue poste nella chiesa.

Nel mese di agosto del 1901 per iniziativa del parroco don Francesco Adamo e con la collaborazione degli altri parroci di Nocera, fu restaurata la Chiesa di Santa Maria della Pietà del rione Motta “mentre minacciava rovina”, così come appuntò lo stesso don Francesco.
Le decorazioni furono eseguite dal pittore prof. Carmelo Zimatore di Pizzo.
I parroci contribuirono con 20 lire a testa (quindi per un totale di 80 lire) mentre 15 lire furono versate dalla Procura di San Giovanni. La somma restante per pagare i lavori, 10 lire, fu raccolta grazie a varie offerte volontarie dei fedeli.

Nel 1903 fu donata alla Chiesa di Santa Maria della Pietà della Motta, da don Francesco Adamo, un gruppo rappresentante S. Gioacchino, S. Anna e la Natività di Maria.
La statua fu benedetta da don Francesco Pontieri.
L’8 dicembre, poi, dopo l’arrivò di questa statua, s’iniziò a solennizzare la Natività con un novenario e una processione religiosa che partiva dalla Chiesa di Santa Maria della Pietà della Motta e si sviluppava per le vie del paese.

Nel febbraio del 1905, a cura del parroco don Francesco Adamo, venne per bene restaurata la chiesetta di S. Maria, o meglio la parrocchia della Pietà”.
Fu fatto costruire un nuovo altare a differenza del precedente lontano dal muro che, ormai in pessime condizioni, fu distrutto.
Fu costruito anche un nuovo pavimento in cemento, la fonte battesimale (la stessa cosa, era stata fatta nella Chiesa dell’Annunziata e di San Martino) e rinforzata la porta,
“che era ridotta fradicia”.

Il 24 dicembre 1911, vigilia di Natale, giunse poi a Nocera una statua di S. Giuseppe, acquistata con le offerte della popolazione, in modo particolare delle persone che portavano questo nome.
La statua fu accolta in maniera solenne e dopo una breve processione per le strade principali del paese, guidata dal parroco don Francesco Adamo, fu portata prima nella Chiesa di San Giovanni Battista, dove fu celebrata una messa parata, poi, nella Chiesa di Santa Maria della Pietà della Motta, luogo al quale la statua era destinata.

La sera del 22 settembre 1927, alle ore 18,30, all’età di 84 anni, morì don Cesare Pontieri fu Vincenzo, parroco della Chiesa di Santa Maria della Pietà, ex padre cappuccino con il nome di padre Serafino da Nocera (dov’era nato il 25 agosto 1843).
Don Francesco Pontieri lo ricordò con queste parole:
“Fu un buon sacerdote, un buon parroco e passò la sua vita sempre tranquilla senza mai provare l'ombra del dispiacere e del dolore e senza pensiero alcuno. Fu sempre tranquillo. Riposi in pace l'anima sua benedetta”.

Dopo la morte di don Cesare Pontieri fu Vincenzo, nel 1929 fu nominato parroco della Chiesa di Santa Maria della Pietà don Cesare Angotti, nativo di San Mango, proveniente dalla parrocchia di Feroleto Antico (della Diocesi di Nicastro). Fu lo stesso don Cesare a chiedere il trasferimento, subito esaudito dal vescovo mons. Cribellati, anche grazie all’assenso del vescovo di Nicastro mons. Giambro, anch’egli molto disponibile ad accontentare il prete sanmanghese.
Don Cesare Angotti, dunque, giunse a Nocera, trasferito con bolla vescovile del 20 agosto 1929, prendendo possesso della parrocchia il 20 ottobre 1929.

Un’antica tradizione popolare, tenuta viva anche dai noceresi nati all’inizio del 1900, rammenta che la Madonna Addolorata, prima di essere custodita nella Chiesa dell’Annunziata come oggi, era un tempo conservata nella cosiddetta “Chiesa della Motta” ossia quella detta Santa Maria della Pietà (“ ‘na vota ere ara Motta”, si diceva).

Dagli anni settanta in poi la Chiesa è stata in disuso, negli anni duemila sono stati effettuati lavori di restauro alla copertura e alla facciata, il bellissimo telo dipinto che copriva il soffitto è stato portato in restauro, non ancora completato.

Negli ultimi anni il nuovo parroco Don Michele Palmeri è tornato a celebrare messa e a festeggiare San Giuseppe.

 


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